di Daniele Santi #Politica twitter@gaiaitaliacom #Sovranismi
Non contento dei suoi “Non cambai io il titolo V della Costituzione” e incurante degli effetti della sua sciagurata “non riforma” ecco Massimo D’Alema prendere la rincorsa costi quel che costi per saltare sulla poltrona di presidente della Repubblica nel dopo-Mattarella; inciamperà in qualche ostacolo come al solito e come tutte le altre volte, ma l’uomo coi baffi ha più incoscienza che fegato, e sceglie un argomento sdrucciolevole, più di MPS: il sovranismo.
Del resto a Massimo D’Alema piacciono i rischi e le acrobazie. Riesce da sempre a parlare di politiche di sinistra, praticando politiche di destra e a professarsi uomo di sinistra salvo poi allearsi con la destra per i suoi governicchi dei quali non rimane nulla se non l’abolizione del servizio militare – per amor delle casse dello Stato non per amor dei giovani – e per l’appunto la patetica questione costituzionale relativa al titolo V.
Stavolta l’eterno delle eterne trame supera sé stesso. Riesce a dire una sola frase, all’interno di una intervista a Il Foglio che ha anche dei punti interessanti pur se espressi alla D’Alema, cioè sotto la divina aurea dell’infallibilità che è di pochissimi, e la frase è: “Il sovranismo racchiude una istanza giusta: il ritorno alla sovranità”, che strizza l’occhio alla destra più becera, ai Salvini più truci, alle Meloni più bionde e racchiude una preghiera: “Mandatemi al Quirinale, farò il bravo”. Poi l’intervista spazia in pieno stile dalemiano – sono colto, sono preparato, so tutto, sono Massimo D’Alema – per arrivare alla solita battuta contro Matteo Renzi che uno se l’aspetta pure.
L’intervista non dice niente che non si possa intuire anche senza essere Massimo D’Alema, essendo un mino portati al ragionamento politico e con una certa conoscenza dell’aria che tira. Ma conferma una cosa indiscutibile: Massimo D’Alema è, di questi tempi, l’unico ministro degli Esteri possibile. E sarebbe il momento che Conte se ne accorgesse e mettesse in frigorifero Luigi Di Maio e tutte le sue incapacità.
(4 marzo 2020)
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