di Giancarlo Grassi
Lontani da certi titoli da giornali di famiglia su presunte consegne di “chiavi del PD” e lontani anche dalla facile ironia di certi comici da emittente di parte, Mattia Santori in direzione nazionale PD si commenterà da sé. L’uomo delle Sardine, quelle che contribuirono – con Elly Schlein ai posti di manovra subito dopo Occupy PD – alla sconfitta del Salvini dei campanelli, ha detto chiaro e subito come la pensa sulle questioni che contano: “Se Fioroni se ne va ne entreranno altri cento… Non di Fioroni”. E del resto si vorranno spostare i dinosauri anche in questo partito? Che poi questione come queste contino, è da vedere.
Se Fioroni se ne va, ne entreranno altri cento. Magari di più giovani e che abbiano contezza della direzione da dare a questa società (non si vedono proprio fulmini di guerra in giro) altrimenti non c’è Schlein che tenga. E diciamocelo, non è possibile che dal 2006, il PD non abbia trovato il modo di emanciparsi da questa frangia interna nettamente minoritaria che ne ha bloccato l’evoluzione. Se poi qualcuno pensa che sia meglio Fioroni di Santori, e trova quest’ultimo simpatico come un mal di pancia improvviso mentre sei su un aereo in fase d’atterraggio, beh… Non è che ci mettiamo a discutere come si fa al bar. Per tifoserie, diciamo.
(1 marzo 2023)
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